Grado Plato

Quel che ci è piaciuto del birrificio Grado Plato, oltre alla birra, è la filosofia: la scelta di mantenere le dimensioni su scala prettamente artigianale per poter garantire il controllo diretto dell’intera produzione, senza dover accettare compromessi sulla qualità.

L’avventura inizia nel 2003 quando Sergio e Gabriele Ormea, rispettivamente padre e figlio, decidono di aprire a Chieri, alle porte di Torino, un locale in cui proporre birre autoprodotte. Da allora il Grado Plato è diventato uno dei luoghi in cui si fa la storia della birra artigianale: lo dimostrano i numerosi riconoscimenti internazionali e i tanti progetti avviati.
Le prime due ricette sono la SVEVA, una birra bionda ispirata alle lager tedesche, e la SPOON RIVER, ambrata, frutto dell’incontro fra la tradizione inglese e l’inventiva italiana.
Poi la sfida, in collaborazione con l’Istituto agrario di Torino, di produrre una birra completamente autoctona: la STICHER, che presentata al GBBF (Great British Beer Festival) di Londra ha ottenuto un clamoroso successo di critica e pubblico.
Nel 2009 si è reso necessario spostare la produzione in un fabbricato poco distante dal locale di mescita, a Montaldo Torinese, dando la possibilità alla birra di fermentare in nuovi tini più capienti.
Nel 2016 il Birrificio Grado Plato ha ottenuto da Slow Food il riconoscimento di “Maestro del Gusto”: un premio con valore biennale che attesta l’impegno nella ambiziosa battaglia per un cibo buono, pulito e giusto.