Nuovo impianto di Biometano a Casanova: la petizione del Comitato di cittadini
Dopo la bocciatura dell’impianto a Gerre, A2A ci riprova a Casanova del Morbasco. I cittadini l’hanno saputo a procedure ormai avviate e si sono subito organizzati in un Comitato che si è riunito giovedì scorso in un’assemblea molto partecipata. Primo atto del Comitato è stato l’invio di una lettera di diffida agli enti competenti affinché si astengano “dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove attività che possano condurre ad un aggravamento delle lamentate condizioni di insalubrità ambientale”. In appoggio al neonato comitato di Casanova si è subito mosso il Comitato di Picenengo che ha avanzato la richiesta di assoggettamento a V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) dell’impianto.
In qualità di portatore di interessi a tutela di beni comuni per la collettività e le generazioni future, il Comitato ha rilevato che:
- le aree nell’intorno della città di Cremona sono tra le zone più inquinate dell’Europa occidentale, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, sia per le attività antropiche che per la conformazione geografica che favorisce il ristagno delle emissioni e che nei loro territori i valori di polveri sottili e altri inquinanti superano frequentemente i limiti consentiti con i loro conseguenti effetti sulla salute pubblica;
- in particolare, il nuovo impianto, in ampliamento all’esistente impianto di produzione di biogas, si trova a ridosso delle abitazioni di Casanova del Morbasco, di Cavatigozzi nonché degli abitati sparsi di Picenengo, aree già ambientalmente degradate per via degli impianti siderurgici che insistono in via Acquaviva, di molteplici attività industriali ed artigianali, di una rete viabilistica già enormemente trafficata, di vicine attività di produzione di biogas e di allevamento con il loro carico di esalazioni ed effluenti;
- il nuovo impianto si colloca in prossimità del PLIS del Po e del Morbasco, le cui aree naturalistiche sono di pregio e vulnerabili, e comporta effetti diretti sui valori naturalistici e paesaggistici del sito;
- nelle immediate vicinanze dell’area di ampliamento dell’impianto in questione, già sottoposta ai suddetti molteplici impatti ambientali e sulla salute pubblica, sono attive ulteriori richieste per nuovi insediamenti già sottoposti a procedimenti di verifica di assoggettabilità a VIA per la realizzazione di un polo logistico (Provincia di Cremona, Rif. S.I.L.V.I.A. VER0176-CR) e di un’area commerciale/artigianale (Regione Lombardia, Rif. S.I.L.V.I.A. VER2170-RL);
- suddetti nuovi insediamenti, valutate le grandi ripercussioni che questi determinerebbero sulla salute pubblica e sull’ambiente, dovranno essere sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale;
- ulteriori aree di sviluppo logistico sono previste in località Costa Sant’Abramo (Ambito di Trasformazione 11 in comune di Castelverde), il cui traffico veicolare convergerà su via Castelleonese all’altezza della rotatoria di via delle Vigne, mediante la imminente realizzazione di una nuova bretella stradale, oltre che in Picenengo, Ambito di Trasformazione CR 32b e CR36 di cui al PGT vigente;
- le attività aziendali, su segnalazione dei cittadini, sono state più volte oggetto di diffide e prescrizioni;
- l’ampliamento dell’attuale impianto comporterà un notevole aumento del consumo di suolo di terreni agricoli per la realizzazione delle ulteriori aree destinate allo stoccaggio e alla lavorazione delle materie, nonché di terreni comunque permeabili per la realizzazione della strada di servizio a partire da via Bonisolo, in violazione della Legge Regionale n. 31/2014 sul contenimento del consumo di suolo;
- il progetto prevede la sostituzione dell’attuale impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di origine agricola, della potenza elettrica di 999 kW, con un cogeneratore della potenza elettrica di 635 kW alimentato con una quota parte del biogas per produrre energia elettrica e termica a servizio dell’impianto, ipotizzando pertanto che una larga quota parte, peraltro non specificata, del biogas prodotto verrà destinata ad essere bruciata con il conseguente carico di inquinanti;
- l’attuale impianto dopo 15 anni dalla propria realizzazione non trova ancora adeguata mitigazione paesaggistica, risultando esposto e largamente visibile su ampi fronti del proprio perimetro;
- il progetto prevede di realizzare nuove strutture molto elevate in altezza che aggraveranno ulteriormente il profilo del territorio con un impatto diretto sulla percezione visiva e sull’identità del paesaggio, i cui interventi di mitigazione potranno assolvere alle loro funzioni solo parzialmente e solo dopo lunghi anni dalla messa a dimora delle essenze vegetali;
- ogni ulteriore deterioramento del paesaggio è in grado di compromettere la relazione dei residenti e dei cittadini con l’ambiente circostante, poiché il paesaggio ha un’importanza culturale ed estetica ed influenza il benessere psicologico e il senso di appartenenza della comunità;
- via Bonisolo fa parte della rete ciclabile del Piano per la ciclabilità cittadina del Comune di Cremona, approvato dal Consiglio Comunale il 14 dicembre 2015 (pista n. 3 Picenengo-via Sesto), di cui non si fa cenno nelle relazioni tecniche;
- l’attraversamento dei mezzi pesanti all’incrocio tra via Ferraroni, via Sesto e via Bonisolo per accedere alla viabilità di servizio aziendale, espone conducenti e passeggeri dei mezzi in transito a condizioni di estremo pericolo;
- i documenti tecnici e il piano economico-finanziario non danno indicazioni delle produzioni annuali complessive di metano e non consentono al decisore pubblico di esprimere giudizi di fattibilità e convenienza economica, attraverso una adeguata analisi costi/benefici che tenga conto degli impatti ambientali e climalteranti, del consumo di suolo e delle molteplici esternalità negative causate dal progetto;
- la realizzazione del progetto e le future gestioni economiche si fondano esclusivamente su fonti finanziarie PNRR e su contributi dedicati, che richiedono doverosi approfondimenti sulla legittimità e utilità dell’impiego di tali risorse pubbliche;
- le attività produttive a progetto sono avulse da un contesto agricolo o zootecnico di prossimità e non dimostrano di rispondere a bisogni dei vicini cittadini né in termini energetici, né occupazionali, né economici, né sociali;
- venendo meno i contributi alla produzione di energia elettrica da biogas, l’attuale impianto avrebbe concluso il proprio ciclo di vita produttiva, restituendo finalmente il circondario a condizioni di maggiore salubrità per i cittadini e gli habitat con i loro serbatori di fauna e flora;
- il procedimento non ha rispettato i criteri di trasparenza, pubblicità e partecipazione dei cittadini, non risulta sufficientemente diffuso e accessibile al pubblico, non sono stati coinvolti legittimi portatori di interesse locali né i cittadini residenti, in aperto contrasto i principi democratici di public accountability e open government, secondo i quali il potere pubblico deve essere esercitato in modo trasparente, affidabile e accessibile ai cittadini, che inoltre non sono chiamati a partecipare alla conferenza dei servizi il Comune di Cremona, coinvolto sotto i molteplici aspetti ambientali, sanitari, viabilistici, oltre che i comuni contermini al Comune di Sesto ed Uniti e i comuni del PLIS del Po e del Morbasco;
- il progetto, pur non rientrando nelle casistiche che obbligano alla Valutazione di Impatto Ambientale o alla verifica di assoggettabilità a VIA, presenta profili di impatto potenziale significativi, sia per la sua collocazione in un’area già fortemente antropizzata e con criticità ambientali pregresse, sia per la sua vicinanza a siti di interesse naturalistico e paesaggistico, sia per le possibili ricadute sulla salute pubblica e sulla sicurezza della viabilità.
tutto ciò premesso,
gli scriventi auspicano ed esortano l’Ente competente e ogni Ente coinvolto affinché possa dare corso ad una più approfondita valutazione degli impatti sanitari, ambientali, paesaggistici e climatici incluso una valutazione delle implicazioni per la rete viaria, la gestione delle risorse idriche e la conservazione degli habitat naturali, oltre che dei presupposti economici e finanziari del progetto, così da determinare ogni possibile cautela e garanzia sulla gestione della produzione, oltre che del cantiere, ed ogni dovuto approfondimento.
Chiedono pertanto che il progetto sia sottoposto a VIA, il cui procedimento coinvolga attivamente la popolazione residente e ogni portatore di interessi puntuali e diffusi sul territorio per rappresentare attraverso le loro competenze le legittime istanze su questioni che riguardano, oltre che i beni comuni della collettività e delle generazioni future, la loro salute, la loro sicurezza e il valore dei loro patrimoni, oltre che per garantire la doverosa trasparenza e partecipazione nei processi.
Per un progetto di questo tipo, come sopra ampiamente dettagliato, il processo di partecipazione attiva dei cittadini è irrinunciabile espressione di democrazia utile a rappresentare istanze e prevenire conflitti.
È essenziale che le decisioni relative al futuro del nostro territorio, già sottoposto a molteplici sollecitazioni ambientali e a un carico antropico significativo, tengano conto delle sfide legate all’inquinamento, alla tutela della salute pubblica e alla salvaguardia del paesaggio. Questo implica uno sforzo di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle istituzioni, che devono adottare un approccio lungimirante e precauzionale, privilegiando la qualità della vita dei cittadini e la conservazione del patrimonio naturale e culturale. In quest’ottica, è fondamentale valutare attentamente la sostenibilità complessiva dei progetti proposti, ripudiando quelli che non offrano sufficienti garanzie in termini di efficienza energetica, compatibilità ambientale e impatto sociale. Solo attraverso una pianificazione consapevole e una gestione oculata del territorio sarà possibile garantire un futuro sostenibile e salubre per tutti i cittadini, in cui lo sviluppo economico si coniughi armoniosamente con la tutela dell’ambiente e la promozione del benessere collettivo.
Cremona, 18 novembre 2024
Firmatari: Giovanni Lombardi, Marianna Bufano, Enrico Platè, Stefano Carlino
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