Ci manca solo un altro Polo Logistico. Domani il parere dalla Regione dopo l’ok (incomprensibile) del Comune

Dopo il nulla osta del Comune di Cremona, in attesa della decisione di Regione Lombardia (attesa per domani giovedì 13 febbraio) relativa all’insediamento del nuovo maxi polo logistico di via Mantova, si alza anche la voce del Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona, che in una nota esprime senza mezzi termini la preoccupazione e il disappunto rispetto al progetto che, secondo le stime, porterà un aumento notevole dei transiti su gomma, stimati in 1.600 movimenti giornalieri di mezzi pesanti, tra ingressi ed uscite su via Mantova, oltre a 160 passaggi di automezzi di stazza media e a 568 spostamenti di veicoli leggeri utilizzati dagli addetti che lavorerebbero nella nuova piattaforma logistica di San Felice. A ciò si aggiungerebbe anche lo sviluppo della ZLS al Porto Canale, che a sua volta andrebbe ad incidere in modo significativo sulla mole di traffico su strada.

Queste le parole del comitato:

“Ci manca solo un altro Polo Logistico. La situazione ambientale locale è molto critica per l’aria che respiriamo e sono quindi oltremodo preoccupanti le notizie relative all’approvazione di nuovi progetti di logistica merci, attualmente oggetto di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) da parte della Regione Lombardia, sia per la zona di San Felice, imminente, e per la zona di via Castelleone-via Sesto, prossimamente. Ulteriore preoccupazione potrebbe rappresentare la decisione di sviluppare, nella zona Portuale del Canale, una Zona Logistica Semplificata (ZLS) come snodo fondamentale per il trasporto intermodale: è superfluo concludere che ognuno di questi impianti aumenterà il traffico su gomma e l’inquinamento atmosferico”.

La preoccupazione principale resta l’inquinamento dell’aria, che a Cremona da tempo ormai presenta dati allarmanti:

“Non si tratterà in questa sede delle criticità progettuali dei vari ambiti, ampiamente messe in evidenza da puntuali osservazioni fatte dal Circolo Vedo Verde in sede di variante al PGT e ai piani attuativi specifici: preme qui sottolineare la situazione ambientale e in particolare quella di fatto, che vede Cremona e Provincia tra le peggiori aree inquinate d’Europa per PM10, PM2,5, NO2 e O3, prodotti dalle emissioni di agricoltura e allevamenti intensivi, dalla combustione dei motori, dal riscaldamento e dall’industria. La situazione peggiorerà in mancanza di misure mitigatrici quando entreranno in vigore i nuovi limiti di qualità dell’aria fissati dalla direttiva europea approvata ad aprile 2024. Le azioni di contrasto alle emissioni sono note per i vari campi di intervento e alcune sono state faticosamente già implementate, soprattutto nel settore industriale e civile per avvenuti miglioramenti tecnologici, per forme di risparmio energetico, per utilizzo di fonti rinnovabili. Ma ancora troppo poco si fa per contrastare l’intensità esasperata con cui la pratica dell’allevamento è condotta in Pianura Padana. In Lombardia, la Logistica ha occupato in pochi anni migliaia di ettari di suolo agricolo senza alcuna pianificazione né settoriale né territoriale: è un fenomeno che accompagna impatti pesanti sulla qualità dell’aria”.

A parere del comitato, sono diverse le mancanze che incidono sull’ottimizzazione della logistica e sul conseguente impatto ambientale che questa causa, a partire dalla cementificazione massiccia di terreno agricolo:

“Mancano del tutto misure e programmi per ridurre e rendere più efficienti gli spostamenti associati al ritiro/consegna delle merci, a partire dall’ultimo miglio, determinando un aumento inefficiente delle percorrenze anche nei sistemi urbani. Manca una programmazione dell’insediamento delle piattaforme produttive logistiche: si sarebbe potuto riabilitare siti industriali dismessi adeguatamente collegati alle infrastrutture intermodali e alle stazioni ferroviarie, mentre si è preferito occupare ambiti agricoli secondo le peggiori logiche fondiarie.

Per questi motivi il Circolo Vedo Verde disapprova le scelte in Logistica che si stanno concretizzando a Cremona, basate su un sistema obsoleto e in contrasto con le direttive europee per il miglioramento della qualità ambientale. Il Circolo disapprova l’ulteriore intollerabile occupazione di suolo agricolo e la mancanza di intermodalità, di servizi e infrastrutture in grado di garantire un futuro sostenibile alla movimentazione delle merci. In ultimo, il Circolo invita a riflettere se sia necessario continuare a insistere nell’attuale modello di gestione delle merci e se non sia auspicabile razionalizzare e ridurre”.

Domani arriverà il parere definitivo della Regione per questo ‘colosso’ che, ricordiamo, occuperà una superficie totale di 300 mila metri quadri, con un’area coperta di 90 mila metri quadri, una struttura unica multipiano suddivisa in cinque edifici, un totale di 90 baie di carico con coperture retrattili per le operazioni in caso di pioggia. La struttura dovrebbe essere destinata alla ricezione di semilavorati che verranno montati sul posto.

 

Torna in cima