La Terra e il Cielo: una realtà in movimento tra criticità e sogni
Alcuni scatti della bella serata di sabato passata con gli amici dell’associazione GAS Cremona e con Bruno Sebastianelli, presidente della Cooperativa La Terra e il Cielo.
Bruno ci ha raccontato la storia di un’avventura avviata alla fine degli anni 70, quando lui e alcuni altri giovani decisero di avviare un’esperienza agricola all’avanguardia (allora il disciplinare del biologico era ancora di là da venire) su un terreno di 32 ettari messo a disposizione dal Comune di Senigallia.
In pochi anni di agricoltura biologica la sostanza organica passò da 0,9% (al di sotto dell’1% si parla già di fenomeni di desertificazione) all’1,9% (più che raddoppiata).
Ci ha parlato delle difficoltà di allora, di cosa significasse fare agricoltura biologica quando non c’era ancora un regolamento a disciplinarla e di cosa significasse fare pasta integrale quando tutti spingevano le farine ultra raffinate e la pasta integrale era considerata “fuori legge”.
Ma anche delle difficoltà di oggi, di una regione come Le Marche in cui le piccole realtà famigliari stanno scomparendo soppiantate dalle grandi concentrazioni, e della pesante concorrenza del biologico industriale rispetto a quello che lui definisce il biologico vero: quello che rispetta la salute del suolo e che produce un cibo che nutre.
Ci ha parlato dell’orgoglio di lavorare esclusivamente con aziende contadine e di garantire ai soci conferitori un prezzo giusto basato sulle ore/uomo, dell’importanza di utilizzare farine macinate a pietra (accontentandosi di produrre 30 quintali al giorno contro i 5.000 dei mulini industriali), dei benefici di un’essicazione lenta a basse temperature (30 ore a 50/60 °C contro le 2/4 ore a 120 °C) che preserva le sostanze nutrizionali e non produce sostanze tossiche come la furosina.
Ci ha parlato delle popolazioni evolutive di Salvatore Ceccarelli, che privilegiano varietà antiche e sono libere da brevetti e del contratto con Co-Energia per utilizzare esclusivamente energia 100% rinnovabile.
E poi ci ha raccontato un sogno e una sfida: costruire un pastificio di comunità finanziato da un azionariato diffuso che coinvolga i consumatori.
Perché sempre più appare evidente che consumatori e piccoli produttori non sono antagonisti, ma imprescindibili alleati nella costruzione di una nuova economia, di una nuova agricoltura, di un un nuovo sistema del cibo che metta finalmente al centro la salute, il benessere delle persone e la qualità dell’ambiente.
Noi ne siamo convinti.