Seminiamo il Futuro: Diario di bordo
Domenica 5 febbraio alle ore 17, la Libreria del Convegno di corso Campi 72 ospiterà un incontro di condivisione e aggiornamento sul progetto “Seminiamo il Futuro”.
Parleremo di biodiversità, di alberi, di salvaguardia del nostro territorio e della prima semina collettiva di ghiande. Vi aspettiamo!
Sabato 4 febbraio, compatibilmente con le condizioni meteo, ci troveremo a Tidolo di Sospiro per proseguire la semina collettiva del primo appezzamento. L’appuntamento è per le 14:30 in via Po. Queste le coordinate dalla posizione: https://maps.app.goo.gl/Z1Y2aTjncCdTLYDL6
L’attrezzatura sarà fornita sul posto.
Consigliamo di indossare stivali impermeabili e abbigliamento comodo.
Dopo tanti giorni di pioggia, sabato 7 gennaio abbiamo finalmente iniziato a seminare le ghiande raccolte quest’autunno.
Purtroppo le condizioni meteo di quest’ultimo periodo non hanno consentito di programmare la semina con sufficiente preavviso, come avremmo voluto. Trattandosi di un’operazione piuttosto delicata, per aumentare le probabilità di attecchimento, siamo stati costretti ad adeguarci ai ritmi della natura approfittando di un pausa di “secca” favorevole.
I primi 400 semi di quercia sono stati messi a dimora a Tidolo di Sospiro!
Presto organizzeremo altre semine comunitarie!
Il botanico Fabrizio Bonali ci spiegherà le caratteristiche delle varie essenze e ci darà preziosi consigli per aiutarci a riconoscerle nelle nostre passeggiate in natura.
Anche i bambini si divertiranno a indovinare foglie, semi e frutti delle diverse piante!
Vi consigliamo di portare un taccuino o dei fogli con matita, pastelli o carboncino per disegnare o ricalcare le foglie e scrivere il nome della pianta a cui appartengono.
Michel Marchi del Comune di Gerre de’ Caprioli è il primo sindaco ad aver messo a disposizione del progetto un ettaro di terreno per mettere a dimora i primi semi. Siamo fiduciosi che altri seguiranno il suo esempio!Grazie al comune di Gerre, sempre sensibile al tema dell’ambiente.
Sabato 1 ottobre ci siamo incontrati alle Colonie Padane per un momento di raccolta collettiva di semi.
Abbiamo condiviso alcune semplici indicazioni per imparare a riconoscere i semi più adatti disponibili in questa stagione dell’anno. Per il momento abbiamo deciso di concentrarci su ghiande di quercia (alle Colonie Padane se ne trovano diverse) e semi di acero.
Le ghiande non devono presentare buchi né essere molli, in caso contrario significa che sono state aggredite da parassiti e molto probabilmente non sono più fertili. Se sono verdi devono essere lasciate a maturare (vedi indicazioni per una corretta conservazione).
Per una corretta conservazione i semi vanno tenuti in cassetta di legno coperti da pezzi di corteccia, legno e foglie.
Quando le ghiande appariranno mature bagnare le foglie per mantenere l’umidità necessaria.
Per il momento il punto di raccolta dei semi è presso Filiera Corta Solidale, in via dell’Annona 11 (ex Mercato Ortofrutticolo di Cremona): ci trovate tutti i martedì pomeriggio dalle 15 alle 19.
Il problema del riscaldamento globale dipende dall’anidride carbonica e si affronta in due maniere: da una parte non se ne deve produrre più ma questo lo sappiamo; dall’altro sappiamo anche che l’anidride carbonica già presente nell’atmosfera può essere sottratta attraverso le piante. Se noi piantassimo un numero sufficiente di alberi, potremmo riportare indietro l’anidride carbonica non a livello preindustriale ma comunque ridurre di due terzi il disavanzo cioè il surplus rispetto al periodo preindustriale.
Stefano Mancuso, biologo.
Venerdì 16 settembre presso la sede di Filiera Corta Solidale si è svolta la prima assemblea del progetto bosco diffuso, sostenuto con i fondi otto per mille della Chiesa Valdese.
Come primo punto abbiamo concordato sulla necessità di ampliare il più possibile la rete per valorizzare le nostre relazioni e intercettare più energie possibili a sostegno di questo progetto (scuole, associazioni, comitati di quartiere, sindaci, istituzioni, agricoltori…).
La priorità principale è trovare terreni in cui seminare/piantare gli alberi. Cerchiamo sia appezzamenti importanti sia piccole aree messe a disposizione da scuole o privati.
Sappiamo che per raggiungere un risultato apprezzabile occorre puntare sulla complementarietà degli approcci. La tecnica della semina suggerita da Cesare e quella del trapianto possono sicuramente convivere. Sappiamo però che le giovani piante, una volta interrate, avranno bisogno di una maggiore manutenzione ed è quindi opportuno tenerne conto nel momento in cui andremo a individuare la sede dei trapianti.
Alcune realtà hanno offerto spazi e competenze per coltivazioni in vivai.
L’assemblea ha scelto SeminiAMO il Futuro quale nome del progetto e della rete di soggetti che lo promuove. A breve sarà aperta una pagina Facebook per comunicare tutte le iniziative in calendario.
Cosa possiamo fare per sostenere questo progetto come Comunità?
Organizzare una rete di volontari per raccogliere i semi (in autunno, si comincia adesso) e più avanti per seminare (in inverno). E’ un’attività piacevole che si può fare anche con i bambini.
Attivare tutti i possibili contatti per trovare terreni disponibili: agricoltori, privati, amministrazioni comunali, scuole. Più siamo e più riusciamo a coinvolgere, più alberi riusciremo a piantare!
Una risposta efficace ai cambiamenti climatici? Piantare alberi! Il più possibile.
Ne è convinto Cesare Fornis, anima dell’azienda biologica Noi e la Natura (la prima in Italia ad aver ottenuto la certificazione per allevamento avicolo senza l’uso di antibiotici). Attento osservatore della natura e dei suoi comportamenti, Cesare è stato tra i fondatori del gruppo ecologico El Muroon che nel cremonese ha piantato centinaia di alberi e dato vita ad alcuni boschi.
Da un po’ di tempo Cesare ha un’idea fissa: piantare più alberi possibile per contrastare i cambiamenti climatici.
Il problema maggiore sono i costi. E i numeri. Trapiantare 1 milione di alberi ha costi elevatissimi, soprattutto relativi alla manutenzione dei primi anni, perché finché non sviluppano un apparato radicale sufficiente, le giovani piante hanno bisogno di un’irrigazione costante (non a caso la percentuale di moria è molto alta).
E poi occorrerebbe un enorme sforzo vivaistico, perché le piantine al momento non sono disponibili, non in questi numeri.
L’idea di Cesare? Partire dal seme. In natura funziona così. I semi sono disponibili gratuitamente, basta raccoglierli. Le piantine, come avviene in natura, crescono sviluppando prima l’apparato radicale. Non hanno bisogno di nessuna manutenzione. Trovano l’acqua da sole.
L’unica accortezza è proteggere i semi dagli animali (topi, uccelli) che ne sono ghiotti.
E così Cesare ha iniziato a sperimentare. L’inverno scorso ha piantato semi di quercia, proteggendoli con tubi alti una ventina di centimetri.
Queste foto, scattate a fine luglio, ritraggono le prime piantine nate. Nonostante l’enorme siccità di questa estate, non ne è morta nemmeno una.
Certo, alcune cose vanno migliorate. Non tutti i semi germinano, indicativamente solo il 50%. Meglio quindi piantare 2 o 3 semi alla volta e prevedere un’altezza maggiore dei tubi.In questo modo si perdono un paio d’anni è vero, ma rispetto ai trapianti c’è una riduzione drastica della percentuale di moria e un aumento notevole delle possibilità di successo. Con un abbattimento drastico dei costi.