Fagiolini dell’occhio per sostenere l’az. agricola Sciarretta
Sabato mattina abbiamo conosciuto Massimo Sciarretta, titolare dell’omonima azienda agricola di Formigara. Da anni Massimo ha convertito una parte della propria produzione alla coltivazione di fagiolini dall’occhio, una coltura tradizionale ormai praticamente scomparsa a causa della bassa produttività.
Quest’anno la tradizionale festa “Fasulin de l’òc cun le cudeghe” di Pizzighettone non ha potuto svolgersi a causa della pandemia e a Massimo sono restati più di 2.500 kg di fagiolini invenduti.
Nel nostro piccolo abbiamo deciso di sostenerlo, non solo perché la nostra vocazione è quella di valorizzare l’economia locale, ma perché in lui abbiamo ritrovato la filosofia di Filiera Corta Solidale: l’attenzione alla salute e all’ambiente, la convinzione che il diritto a un cibo buono sia un diritto di tutti.
Il fagiolo dell’occhio è l’unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo. Coltivato in Italia già durante il medioevo costituì fino agli anni ’40 un’importante componente dell’alimentazione contadina, proteggendo le popolazioni del Veneto e della Pianura Padana dalla pellagra.
Molto ricco di proteine e di fibre, vitamine e sali minerali, ma povero di grassi saturi, il fagiolo dell’occhio è un cibo che si caratterizza per valori nutrizionali eccellenti.
A causa della scarsa resa, la sua coltivazione oggi è drasticamente ridotta.