La Corte di Giustizia Europea condanna l’Italia per violazione dei limiti di qualità dell’aria
La Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia, accertando il sistematico superamento del valore limite del biossido d’azoto.
Il biossido di azoto (NO2), prodotto durante i processi di combustione, è un gas fortemente irritante, capace di danneggiare le membrane cellulari e le proteine. A concentrazioni elevate, come quelle che si registrano a Milano e nell’area metropolitana durante tutto l’arco dell’anno, causa infiammazioni delle vie aeree (tosse, bronchiti, oppressione toracica e difficoltà di respirazione) e può portare al restringimento delle vie aeree polmonari, in particolare tra le persone con asma preesistente.
Secondo il parere del tribunale del Lussemburgo l’Italia ha mancato agli obblighi che le incombevano omettendo di adottare le misure necessarie a garantire il rispetto del valore limite annuale di biossido di azoto, in particolare “per non aver previsto, nei piani relativi alla qualità dell’aria, misure atte a limitare al periodo più breve possibile il superamento della soglia limite”.
Mentre la Commissione europea, che ha promosso la causa contro l’Italia, si preoccupa della salute dei cittadini italiani nelle aree più colpite (agglomerati di Milano, Brescia, Bergamo, Bassa Padana), i Governi che si sono succeduti dal 2010 hanno continuato a giustificarsi adducendo:
1) una tendenza ad un lieve abbassamento delle emissioni di biossido di azoto
2) la collocazione in una zona come la valle padana sfavorita dalla orografia e dalla meteorologia
3) la proroga che la stessa UE ha concesso ai diesel.
Leggendo la lunghissima sentenza della Corte di Giustizia si può notare come per 8 anni gli avvocati dello Stato italiano abbiano portato avanti questa linea difensiva su ordine dei vari Governi che invece di trovare scuse avrebbero dovuto intervenire in modo più efficace sulle cause. Proprio quello che rileva la Corte di Giustizia! Infatti, dopo aver riportato nel testo il braccio di ferro sul biossido di azoto tra Commissione Europea e Stato italiano, condanna l’Italia con queste motivazioni:
1) i Piani per ridurre le emissioni di NO2 sono indispensabili, ma non sufficienti perché vanno valutati in base ai risultati ottenuti
2) i risultati ottenuti in Italia e negli agglomerati controllati (tra cui molti in Lombardia) non sono mai scesi in tutti questi anni sotto la soglia consentita.
Per questo la sentenza condanna la Repubblica italiana per “inosservanza sistematica e continuata del valore limite annuale fissato per il Biossido di Azoto NO2”.
Qui il testo integrale della sentenza.