Carlo Petrini: salviamo i contadini, sono loro la nostra identità

Lo aveva già detto durante la presentazione di Terra Madre a Torino e lo ha ribadito a Filo Rosso su Rai 3: “L’Italia deve prendere coscienza del bisogno di educazione alimentare. L’economia primaria è importantissima, ma i consumatori non ne sono consapevoli. L’educazione alimentare deve diventare obbligatoria in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Altrimenti perdiamo il contatto con la realtà e con la nostra identità. Niente come il cibo coniuga conoscenze storiche ed economiche e non possiamo rinunciare a un progetto educativo”. Carlo Petrini, in un dibattito sui prezzi dei prodotti agricoli, ribadisce l’esigenza di conoscere come nasce il cibo, ma anche una denuncia nei confronti di certa GDO.

Il fondatore di Slow Food sottolinea affermazioni molto forti: “Non si è mai parlato così tanto del cibo eppure non ci sono più contadini, in Italia i contadini sono sempre di meno. Inoltre, l’agricoltura è l’unico settore in cui non è il produttore a fare il prezzo del suo prodotto”. A questo si aggiungono questioni di ingiustizia sociale legate all’immigrazione.

 

“Ben vengano gli immigrati che sono a tutti gli effetti contadini italiani. Credete che il Parmigiano reggiano lo facciano i padani? Son tutti indiani. Che la Fontina la facciano i valdostani? Loro hanno gli impianti di risalita, in malga ci stanno magrebini e polacchi. Che il vino piemontese lo facciano i piemontesi? Ci sono 20 mila macedoni. Sono tutti loro i contadini italiani. Quando c’è stato lo sciopero dei trattori in Francia, c’è chi si è schierato dalla parte dei trattori e chi era infastidito dai disagi che causavano. Ma i responsabili di politiche economiche agricole al ribasso, che stavano a guardare sono rimasti in silenzio, sono quelli della grande distribuzione organizzata”.

In effetti le notizie di cronaca hanno mostrato la schizofrenia dei consumatori che si lamentano dell’anguria a 2,60 euro al chilo (il caso dell’anguria del supermercato a Porto Cervo), ma che d’altro canto non sono disposti a pagare di più il lavoro nei campi. “Il giorno in cui l’Italia non avrà più contadini e artigiani – dice ancora Petrini citando Pasolini – non avrà più storia, perché avremo decretato che il cibo non ha più valore”.

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