Azioni per il clima
Ci associamo alla Dichiarazione climatica di Slow Food.
Sappiamo di essere nel mezzo di un’emergenza climatica, e siamo coscienti che raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 è fondamentale per evitare gravi rischi per la sicurezza alimentare e la nutrizione.
Sappiamo che il clima, la biodiversità, la salute e le crisi sociali che il nostro pianeta sta affrontando oggi sono profondamente interconnesse e che il cibo sostenibile può portare benefici a tutti e quattro questi elementi. .
Sappiamo che l’agricoltura e la produzione alimentare industriale sono fattori significativi che incidono sul cambiamento climatico, e che la produzione di cibo è responsabile di circa un quarto delle emissioni globali di CO2.
Chiediamo quindi ai decisori politici di agire urgentemente in favore di un’agricoltura neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2 entro il 2050, mettendo la biodiversità al centro della lotta contro il cambiamento climatico. La qualità del suolo deve essere assicurata e migliorata, le pratiche agroecologiche in favore della biodiversità ampliate, e gli agricoltori devono essere ricompensati per i servizi resi alla natura e al clima.
Chiediamo la transizione da da un sistema alimentare basato sul commercio globale ad alta intensità di emissioni a uno che promuova reti di distribuzione eque e a filiera corta e che reinserisca i sistemi alimentari nelle economie locali, assicurando così la vicinanza e la fiducia tra produttori e consumatori.
Chiediamo un piano d’azione dedicato per ridurre e migliorare significativamente la produzione e il consumo globale di carne, latticini e uova, per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di dimezzare gli sprechi entro il 2050.
Chiediamo la salvaguardia delle acque e degli ecosistemi marini che svolgono un ruolo primario nella regolazione del clima e nella gestione dell’anidride carbonica. I pescatori che preservano la buona salute del mare da cui traggono la loro sussistenza dovrebbero essere sostenuti.
Chiediamo che gli investimenti per combattere il cambiamento climatico siano fatti con un approccio precauzionale all’innovazione, basato su soluzioni olistiche, come l’agroecologia, piuttosto che su “techno-fixes” che ignorano l’approccio sistemico al nostro sistema alimentare.
Chiediamo di investire denaro pubblico sui beni comuni: i sussidi per le monocolture devono essere aboliti e sostituiti con misure a sostegno dei sistemi agricoli agroecologici che contribuiscono alla sostenibilità socio-culturale, economica e ambientale delle aziende e dei territori. Il sostegno dovrebbe essere messo in atto per garantire una vera transizione verso sistemi alimentari sostenibili.
Sappiamo che il cambiamento climatico è stato causato in gran parte dai paesi industrializzati, ma i suoi effetti si ripercuotono in modo altrettanto grande e sproporzionato sulle nazioni più povere; e che , non importa se un paese sia ricco o povero, sono proprio i più poveri a essere i più vulnerabili e ad avere meno mezzi a disposizione per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Chiediamo ai governi di applicare politiche che garantiscano un accesso equo alle certificazioni di efficienza, mitigazione e sequestro del carbonio, in modo che anche i più poveri e bisognosi possano dimostrare il loro contributo al raggiungimento di un impatto climatico zero. Rifiutiamo anche mezzi come la cattura del carbonio, il commercio delle quote di carbonio e le compensazioni delle emissioni in quanto permettono ai più ricchi di comprare una quota maggiore di risorse a spese di coloro che sono poveri e/o in debito.
Chiediamo che le voci dei popoli indigeni e nativi, dei giovani e delle donne siano meglio rappresentate e prese in considerazione nelle discussioni sul cibo e sul clima, e che ogni voce diventi parte della soluzione.
Chiediamo che l’educazione e la partecipazione dei cittadini abbiano un ruolo cruciale nella soluzione al cambiamento climatico: l’educazione alimentare e ambientale nelle scuole di ogni livello, la trasparenza, il coinvolgimento diretto dei cittadini e la condivisione delle conoscenze porteranno a soluzioni eque.
Chiediamo che ogni cittadino abbia accesso a un cibo buono, pulito e giusto, e che nessuna persona soffra la fame o abbia problemi di salute legati alla quantità o alla qualità del cibo a sua disposizione.
Chiediamo che il nostro cibo e la nostra agricoltura diventino parte della soluzione e non la causa del cambiamento climatico.