Fiori blu / Queneau, R.

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Esaurito

I fiori blu
Queneau, Raimond
Einaudi, 2017
273 p. ; 20 cm.

Battute, giochi di parole, proverbi rivisitati sono la struttura portante di una storia nella quale due protagonisti si alternano, quasi come se si scambiassero il testimone in una gara a staffetta. Da una parte il Duca d’Auge, nobile signore della provincia francese fortunato possessore di due cavalli parlanti e molto sapienti che terrorizzano la gente, oltre che piuttosto irriverente nei confronti del re e della chiesa, dall’altra invece il suo alter ego, Cidrolin, che vive alla periferia di Parigi a bordo di una chiatta e passa il suo tempo a riverniciare la vicina staccionata imbrattata da uno sconosciuto con scritte ingiuriose nei suoi confronti. La dimensione onirica è alla base della narrazione di questo romanzo, felicemente e superbamente tradotto da Italo Calvino, in cui, come si interroga lo stesso Calvino, non si capisce se è il Duca d’Auge a sognare di essere Cidrolin o se viceversa è questi a sognare di essere il Duca. Come per magia infatti, ogni volta che Cidrolin si addormenta sulla sua chiatta, dopo avere gustato un bicchiere all’essenza di finocchio, è come se si risvegliasse nei panni del Duca con il potere di viaggiare nel tempo, da un periodo storico all’altro, passando dal Medioevo e dalle crociate, alla Rivoluzione francese, fino a quando i due protagonisti si ritroveranno vis a vis in prossimità della Senna e della chiatta di Cidrolin. Pettirosso è annoiato, triste e non smette di fare i capricci, perché vorrebbe giocare con qualcuno. Ben presto, tuttavia, scopre che l’inverno è il periodo in cui la natura riposa, e molti animali dormono per ripartire più riposati in primavera. Un libro dalle illustrazioni delicate, arricchito a ogni pagina da dettagli iridescenti, che spiega l’avvicendarsi delle stagioni osservando i cambiamenti della natura.

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