La tavola delle meraviglie

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La tavola delle meraviglie. In cucina con Alice
Cristina Caneva
Leone Verde, 2008
125 p. ; 22 cm

Se non avete mai assaggiato il budino di panfarfalle e la mostardaazzuffa baruffa, se vi attira l’idea di invitare gli amici e offrire lorofunghi ambidestri o confetti del Dodo, questo libro potrà senz’altro darvi qualche consiglio utile. Basterà seguire Alice. Alice è una bambina curiosa, ed è la sua insaziabile curiosità a guidarla in quel labirinto di parole, paradossi e deliziose pietanze animate che è il Paese delle Meraviglie. Qui il cibo non è mai un dettaglio, o una pausa tra un’avventura e l’altra: è un’avventura di per sé.
Si mangia per diventare grandi, oppure piccoli, il cibo è gratificante ma anche minaccioso e cela un lato aggressivo e cannibalesco, perchè chi mangia può a sua volta apparire molto appetitoso.
Spesso il cibo è una tortura, una ripetizione ossessiva degli stessi gesti all’infinito, come il tè del Cappellaio Matto che non conosce tregue, neppure per lavare le tazze.
Scivolando giù nella tana del coniglio, Alice afferra un invitante barattolo di marmellata… vuoto. Tutto il suo viaggio è segnato da una forte frustrazione gastronomica: il cibo viene continuamente evocato ma non c’è, e se c’è non si può mangiare, scompare all’improvviso o produce strani effetti collaterali. Quelle rare volte che viene consumato e gustato, l’abbuffata porta con sé un senso di colpa e un retrogusto crudele, come nel racconto del Tricheco e delle povere ostrichette.
Il cibo ispira filastrocche, canzoni, storielle e giochi di parole, solletica il palato ma anche la mente e la fantasia. Per questo La Tavola delle Meraviglie è al contempo un viaggio nel mondo bizzarro di Carroll e un tuffo goloso nella più autentica tradizione culinaria britannica, troppo spesso – e a torto! – svalutata. [da leoneverde.it]

Cristina Caneva, vive ad Asti dove insegna lingua e letteratura inglese. Ha lavorato per anni come redattrice in giornali locali e ha collaborato con riviste nazionali nel settore spettacoli e cultura. Recentemente ha tradotto dall’inglese i volumi: “Le ombre dei guerrieri di J. Lendon” (Utet 2006) e “Storia dell’Oppio in Cina di Zheng Yangwen” (Utet 2007). Si è laureata in filologia germanica con una esi sulla magia e gli incantesimi nell’alto medioevo inglese, e da tempo si occupa di fiabe e di linguistica (ha curato un corso di scrittura creativa e un laboratorio sulla fiaba). È appassionata di lingua inglese.

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