Rimettiamo i contenuti al centro
Nei giorni scorsi, il dibattito politico locale ha riguardato temi ai quali la nostra associazione si dedica da anni. Per questo motivo, con la mitezza dei toni che da sempre ci contraddistingue, intendiamo rispondere, chiarendo alcune inesattezze e proponendo alcuni spunti di riflessione, nella convinzione che i contenuti debbano rimanere al centro di qualunque confronto.
I cambiamenti climatici rappresentano la sfida più grande che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare. Lo affermano gli scienziati attraverso le ultime previsioni di aumento della temperatura (un incremento compreso tra l’1 e i 5,7 gradi entro la fine del secolo secondo quanto pubblicato nel Sesto rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Lo dimostra la natura attraverso eventi sempre più intensi, frequenti e inaspettati.
Non vi sono più dubbi rispetto alle responsabilità delle attività umane nel determinare cambiamenti climatici in corso.
In questo scenario, l’agricoltura, e più in generale la produzione alimentare industriale, è responsabile di circa un quarto delle emissioni clima-alteranti. Una recente ricerca, condotta sul territorio della pianura padana dall’Università Bocconi e dal Rff Cmcc-European Institute on Economics and the Environment, afferma che il 95% delle emissioni di ammoniaca deriva dallo spandimento di liquami in agricoltura.
Se non cambiamo velocemente e radicalmente rotta, le condizioni di vita su questo pianeta saranno presto invivibili. Non tra centinaia di anni, domani. Per i nostri ragazzi, per i nostri figli, per i nostri nipoti. Le forze naturali sono enormemente più grandi di noi e con loro non sarà possibile negoziare.
Le questioni ambientali dovrebbero essere al centro delle agende politiche dei Paesi di tutto il mondo, e a maggior ragione delle istituzioni pubbliche più vicine ai cittadini come i Comuni. Purtroppo, rileviamo che troppo spesso sono trattate come problemi accessori, un atteggiamento che inasprisce lo scontro tra generazioni: “boomers” da un lato e generazione Z dall’altro.
Tentare di conciliare il sistema esistente con qualche palliativo non serve. Mettere in atto una transizione tecnologica verso le energie rinnovabili non basta. È chiaro che la tecnologia ci può aiutare, e che le aziende possono svolgere un ruolo fondamentale, ma prima di tutto ci vuole uno scatto etico, filosofico e culturale: dobbiamo interiorizzare il senso del limite, perché una crescita infinita in un pianeta finito non è possibile.
Questi non sono temi di destra o di sinistra. Sono evidenze supportate dalla scienza, che dovrebbero unire le comunità, l’umanità dovremmo dire, per trovare soluzioni, e non dividerle. Se credere che siano questioni prioritarie per la Politica (a livello globale, nazionale e locale) significa essere politicamente radicali, come ci è stato detto, allora lo siamo. Siamo convinti che nessuno possa appropriarsi di questi temi, che sono di tutti, che riguardano tutti, che toccano la vita e le scelte di ciascuno di noi. Pensiamo che anche sul nostro territorio ci sia bisogno di scelte coraggiose e unitarie per bloccare i processi che creano danni all’ambiente e di una riflessione su larga scala sull’economia.
Filiera Corta Solidale è una piccola realtà impegnata sul territorio cremonese da oltre 10 anni: nel corso di questi anni alla nostra associazione si sono avvicinate oltre 1.200 famiglie cremonesi (di diverso orientamento politico) accomunate dal bisogno di accedere a un cibo sano, dalla volontà di sostenere i piccoli produttori locali, dalla scelta di tenere insieme, con un piccolo gesto come quello di fare la spesa, salute, solidarietà e ambiente.
Un piccolo granello in una galassia composta da tantissimi soggetti che silenziosamente e con impegno lavorano ogni giorno nei più diversi ambiti per costruire un altro modello di sviluppo: equo, inclusivo, ecologicamente sostenibile.
Nessuno di noi ha soluzioni preconfezionate. Siamo consapevoli della nostra parzialità e della complessità delle sfide che abbiamo davanti. Eppure andiamo avanti, pur tra mille difficoltà, convinti che intraprendere una rotta diversa sia non solo necessario ma indifferibile.
Con questo spirito Filiera Corta Solidale, insieme a un gruppo eterogeneo di associazioni, sostiene il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, per un intervento organico e complessivo di rigenerazione sostenibile e di riqualificazione urbana partecipata di uno spazio (l’ex mercato ortofrutticolo di Cremona) in cui realizzare una “Cittadella dell’economia sociale e solidale”: una casa comune per tutte quelle realtà che a Cremona lavorano sui temi della sostenibilità ecologica (recupero di materiali e agricoltura locale sostenibile) e che contemporaneamente offrono un servizio di utilità sociale, o perché si rivolgono a un tipo di utenza fragile o perché promuovono l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. La prospettiva è che diventi un luogo aperto, da restituire alla città, un luogo di incontro, in cui proporre iniziative, un’occasione per provare a sperimentare che un’altra economia è possibile: un’economia che al posto del profitto metta al centro la qualità della vita e il benessere delle persone, la salute, le relazioni, la tutela dell’ambiente.
Il consiglio direttivo di Filiera Corta Solidale